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Il Frassinicoltore Posted by on May 6, 2016 in Culture

In my recent article, Manna From Italy, I posted a video of the frassinicoltore Giulio Gelardi.

Originally I had intended to translate sections of the dialogue into English, but Serena was so taken by what the narrator had to say that she decided to transcribe the whole thing! (grazie Sere).

So, here’s the plan:
Below is the complete transcription in Italian. We’re going to use that transcription as the basis for a comprehension test which will be published next week.
Bear in mind that, being Sicilian, Gelardi speaks with a bit of an accent. You’ll also hear the occasional word in Sicilian dialect, so don’t be surprised if you can’t make them out, even Serena didn’t know one or two … or three!
We’ve broken the dialogue down into paragraphs, each beginning at a specific time in the video so that you can easily revisit sections if you want to listen to them again. Clicking on the time at the beginning of each paragraph (e.g. 1:30) will take you directly to the appropriate part of the video.

N.B. The text below is at an intermediate to advanced level, but I’d like to encourage everyone to have a go at following it as a listening exercise. Buon divertimento!

1:30 Siamo in un frassineto, un campo di frassini adibiti per la produzione della manna. Non c’interessa come legname forestale o altro, alla fine va bene solo come legna da bruciare, diciamo … Facciamo subito un’incisione per vedere come si fa un’incisione e poi parliamo di tutto il resto. Per incidere su pianta così di questa grossezza si scorteccia leggermente la pianta. Si scorteccia senza arrivare al legno, deve essere solo la parte sugherosa. E quindi si infila il coltello e si incide.

2:10 Immediatamente, in tempi normali, dovrebbe vedersi la goccia che esce fuori. In questo momento la pianta non è matura, è solo una cosa dimostrativa e quindi non si vede questa cosa. Non solo, ma si vede già da questo una cosa particolare … si vede che la pianta non è matura. Se guardate, allora, il taglio deve essere come un taglio di lametta quando ci si fa la barba, si vede il sangue ma non si vede dov’è il taglio. Quando invece si ??? come dicono i contadini, cioè si dilata l’incisione, quella allora è una dimostrazione che la pianta non è matura.

2:55 Le incisioni vengono fatte seguendo un filo preciso. Guardate si segue la stessa linea. Io ho cominciato questa, quest’anno continuerò su questa striscia. L’anno dopo continuerò questa e ne aprirò un’altra dall’altro lato. Quindi fare in modo che si va girando intorno alla pianta, in modo che io ritorno sulla stessa zona dopo cinque anni. E questa è l’origine della manna.

Frassinicoltore 2

3:25 A questo punto io pongo una domanda: “Ma quand’è matura una pianta? Cioè, come si fa a riconoscere la maturità d’un frassino? Qual è il momento in cui fare le incisioni? Il momento giusto si riconosce, per esempio, dall’incisione … quando io faccio la prima incisione che da noi si chiama ‘mansinga’(?), cioè l’anello di fidanzamento, ho fatto il ??? con la pianta, quand’è che faccio ‘ansinga’(?) non deve uscire manna, non deve uscire succo, in nessun caso. La lascio seccare per un giorno, che serve quasi come una sorta di richiamo per la pianta. Dopo due giorni faccio un’altra incisione un dito più sopra, qui, in questa zona. Alla terza incisione si deve ‘????’ la pianta, devono uscire pochissime gocce di manna, dalla quarta in poi comincia a correre. Quello è quando si prende veramente la pianta matura. Voglio dire una cosa paradossale: in natura la manna non esiste!

4:24 Cioè la manna la provoco io, perché dentro alla pianta non ce n’è manna. Ci sono i precursori, chiaramente, ma non c’è la manna. La manna si crea nel momento in cui faccio l’incisione, e quindi se avete visto che ho dato il colpettino sul coltello per farlo entrare in modo tale che arrivi anche al legno. Si deve quindi tagliare tutti i vasi della corteccia e i vasi del legno. Quindi deve provocare una mistura della linfa che scende dalla foglia ricca di zuccheri con la linfa che sale dalla radice ricca di sali minerali. La mistura di queste due sostanze, diciamo, della pianta, crea la manna. Quindi la manna in natura non esiste per conto suo, e già questo crea delle difficoltà notevoli … Dicevo, prima, della maturazione. Un pero si riconosce quando è maturo, un arancio si riconosce quando è maturo. E qui come si fa ad entrare dentro alla pianta per capirlo? Ci sono tutta una serie di sintomi particolari che si trasmettono di padre in figlio in qualche modo. Non esiste una tradizione scritta.

5:29 Fare la manna non è una cosa semplicissima, è una cosa estremamente complicata che richiede delle conoscenze assolutamente particolari, da parte del contadino … e sto parlando delle conoscenze botaniche. Dopodiché la manna, siccome teme l’umidità, teme gli acquazzoni, costringe il contadino anche ad essere un meteorologo, in qualche modo, e quindi capire dalle piante che ci sono attorno come si sta evolvendo il tempo. E capirlo in anticipo tanto da poter raccogliere.

6:03 Sarebbe ora che venisse considerata una cultura particolare, e che si decidesse la regione siciliana a iscrivere nel registro dei beni immateriali dell’umanità questa cultura. Anche perché in tutto il mondo siamo rimasti meno di cinquanta a saperci rapportare con questa pianta, non lo sa fare più nessuno, e nei posti dove si sapeva fare, e non si fa più oggi, si è persa la memoria, non si riesce più a farlo.

frasinicoltore

6:33 Allora, la manna si fa qui, su questo posto, qui ci vive la manna, ci vive veramente … ed è una cosa che è collegata strettamente, direttamente col territorio. Cioè fare manna significa conoscere benissimo l’ambiente e rispettarlo soprattutto. Pare incredibile, è quasi una forma religiosa fare manna in qualche modo, infatti è una cultura che si trasmette quasi soltanto per via orale … anzi, esclusivamente per via orale. Di scritto esiste molto poco, e quello che esiste spesso è falso, quindi è divertente anche come cosa. Dicevo, il frassino richiede una collaborazione strettissima con la natura, ed è basata tutta sull’intelligenza dell’uomo … e della pianta.

7:21 Ricordiamoci che il frassino, da cui si estrae la manna, è un’essenza ripariale … normalmente verrebbe sulle rive dei fiumi, e invece noi l’abbiamo portato in terreno assolutamente arido … è il suo posto ma c’è l’ha portato l’uomo in qualche modo. E in questa zona il frassino veniva coltivato essenzialmente nei terreni pietrosi, nei terreni scoscesi. Solo nei terreni in pendio fa la manna … nei terreni in piano matura troppo tardi … e quindi ha salvato tutta una serie di pendii dall’erosione … una serie di pendii che sono rimasti coltivati. Ricordiamoci che il frassino ha delle radici molto forti, ha un apparato radicale vastissimo, e quindi trattiene il terreno sia in superficie, ma anche in profondità. Oltre all’erosione può evitare anche le piccole frane superficiali, i piccoli smottamenti.

8:21 L’attrezzo principale è il coltello da manna. Chi fa la manna è un ‘taccalure’(?). Poi ci sono gli attrezzi per la raccolta … la raccolta viene fatta a scalare, se ci sono dei costoloni belli grossi di manna, si raccolgono con un archetto, che è un filo d’acciaio ben teso … è una storia bellissima. Nella tradizione si dice che i frassini amano la musica, amano il canto, infatti producono solo quando cantano le cicale. E allora i contadini, come filo d’acciaio, utilizzavano una corda di chitarra. E si utilizzava la scatola e la ‘rasola’, la paletta, e si raschiava dalla pianta. Un altro attrezzo indispensabile è la pala di fico d’india … contenitore alla base dove si raccoglie il succo che non cristallizza. Strumento estremamente ecologico, devo dire, ma anche preciso.

9:18 Auspico che si avvicinino i giovani a questa cultura, perché è un conservare le tradizioni, un garantirsi anche un futuro di conoscenza del territorio, di vivere in questo posto. Appropriarsi della cultura del contadino per capire profondamente il territorio … l’interesse dei giovani a vivere sulla terra perché l’unico modo per salvarla è l’immenso patrimonio di conoscenze che ci sono dietro alla manna.

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Comments:

  1. donna:

    Help…any chance you know of or can help me find warehouses and/or manufacturers of yarn for knitting in Italy? I read about visiting them and buying yarn direct a few years ago but now can’t find any info. Può aiutarmi? Mi pace i filati italiani motto. Grazie tanto. Donna

  2. Natalia K:

    This is a wonderful video. It’s obvious he is a national treasure and a deep thinker. It’s reassuring to know that such love of the land continues, and that such practices (though now rare) are not extinct.

  3. Jaclyn:

    Thank you for sharing this great video and transcription. And how lovely to know that the word for ‘sap’ and for ‘lymph’ are one and the same in italian. And that I can refer to the ubiquitous high desert prickly pears I find around me as ‘pala di fico d’india’.

    • Geoff:

      @Jaclyn Non c’è di che Jaclyn. Grazie per il tuo commento. Saluti da Geoff 🙂


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