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Il Temporale Posted by on Aug 27, 2012 in Italian Language

Quando abitavo in Inghilterra non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei augurato la pioggia, ma dopo più di due mesi senza neanche una goccia ero proprio disperato. Sono cinque anni ormai che abito qua in Italia, e sono abituato alle estati lunghe e calde, ma quest’anno è stato eccezionale.

Diciamo così, anche Serena, che è cresciuta con il clima dell’Europa meridionale, si è arresa, e abbiamo deciso di portare il materasso giù di sotto dove fa più fresco, così che possiamo almeno dormire, perché di sopra sul soppalco, dove dormiamo normalmente, non si può!

Tutto sommato, se deve fare caldo preferisco che sia un caldo asciutto, perché quello che non sopporto per niente è il caldo umido. Il fatto è che l’afa mi opprime, e mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa. Però due mesi di siccità sono troppi, e mi fa pena vedere come soffre la natura. Dalle nostre parti ci sono certe zone che sembrano addirittura aver subito un incendio. Ci sono alberi con tutte le foglie secche, l’erba è di un giallo pallido, e lungo i sentieri, dov’è stata calpestata, è diventata quasi polvere.

Più che altro, ci sono rimasto male per quello che è successo al nostro povero orto. Aveva cominciato benissimo: un raccolto abbondante di zucchine e melanzane, ed i pomodori mostravano tutti i segni che dopo qualche settimana ne avremmo avuti in grossa quantità. Ma non è piovuto, ed è continuato a non piovere giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. E non importava se tutti i giorni innaffiavamo l’orto, perché l’aria era così secca che le povere piantine appassivano davanti ai nostri occhi. Prima i cetrioli, poi le zucchine si sono seccate. Le melanzane sono rimaste piccole, le cipolle la misura di una palla da golf, i pomodori San Marzano cadevano secchi dalle piante. Meno male che avevamo piantato anche dei pomodori Canestrini, che sembrano più resistenti a questo tempo.

Così si capisce come fosse nel passato per i poveri contadini. Perché mentre per noi l’orto è più che altro un passatempo, un modo per avere a portata di mano della bella verdura fresca (ed economica), per il contadino se gli capitava un anno così era un disastro. Ecco uno dei motivi per cui nel dopoguerra si sono trasferiti a migliaia nelle città, o all’estero, alla ricerca di una vita più sicura.

Quindi, quando sono stato svegliato alle tre di mattina stanotte dai tuoni ed i lampi di un bel temporale non mi dava fastidio, anzi, mi dava speranza! E stavolta non sono rimasto deluso. Un picchiettio sul tetto, e un profumo, che mi mancava da troppo tempo, annunciavano l’arrivo della pioggia. Mamma mia che pioggia ha fatto. E io sono rimasto lì ad ascoltare e sentire tutto fino alla fine. E lì, sdraiato sul materasso, circondato dalla sinfonia del temporale, ci stavo da Dio!

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