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Uno Su Due Posted by on Dec 29, 2016 in Italian Language

According to my mother, when I was about 2 years old I used to turn my jigsaw puzzles upside down so that I couldn’t see the pictures, and then assemble them by shape alone. Well, it’s been years since I’ve done a jigsaw puzzle, but I still get immense satisfaction from real world problem solving, such as the drystone walling that I occasionally have to do on our land here in Lunigiana.

In the following conversation, my friend Stefano finds me hard at work rebuilding a drystone wall in our garden. Being a townie, he admits that he wouldn’t know where to begin with a job like this and proceeds ask me a series of questions.

Have a go at reading our conversation in Italian. Tomorrow I’ll give you the full English translation.

In primo piano: un pezzo del muro che ho già rifatto con, appoggiati sopra, la mia mazzetta e il piede di porco. Sullo sfondo si vede il vecchio muro storto e pericolante che è ancora da rifare. Giù in basso si intravvede la linea gialla.

Stefano: Ciao Geoff! Cosa stai facendo?

Geoff: Ciao Stefano! Sto ricostruendo questo muro a secco pericolante … infatti ne è già crollato un pezzo più di un anno fa, ma finora non ho avuto l’opportunità di metterlo a posto. Ora è il periodo giusto … non è né troppo caldo né troppo freddo e il terreno non è troppo bagnato

Stefano: Io non ho mai fatto un lavoro del genere … non saprei neanche da dove cominciare … ti servono degli attrezzi particolari?

Geoff: Insomma, gli attrezzi che uso sono pochi: una mazzetta, un piede di porco, una vanga, una linea e, ovviamente, dei guanti di cuoio

Stefano: Che cos’è la linea e a cosa serve?

Geoff: E’ questa corda gialla qui … serve a segnare il percorso del muro e a tenerlo il più dritto possibile. Metto due picchetti alle due estremità del tratto di muro che va rifatto e ci attacco la linea, così.

Stefano: Allora per rifare un muro cominci col mettere la linea?

Geoff: No, prima ho dovuto organizzare il pezzo di muro crollato

Stefano: Cosa intendi per ‘organizzare il muro crollato’?

Geoff: Allora, dov’era crollato il muro c’era rimasto un mucchio di sassi, sassolini e terra … quindi ho dovuto separare il tutto. Bisogna accatastare il materiale in un posto dove poi ti non stia fra i piedi mentre lavori. Quindi, siccome ho intenzione di lavorare verso destra perché è quello il tratto che va rifatto, ho messo i sassi lì a sinistra contro il muro che non va toccato e mentre c’ero, ho separato la roba così: lì sassi buoni, cioè quelli più squadrati; là sassi brutti da usare all’interno del muro

Stefano: Allora è molto importante organizzarsi bene prima di cominciare?

Geoff: Sì, se non ti organizzi bene è un casino! Per esempio provo a stendere i sassi in maniera che posso individuare subito quello giusto quando ne ho bisogno

Stefano: Già, perché non è come costruire un muro in mattoni che sono tutti uguali

Geoff: Esatto, è più come fare un incastro gigantesco in 3D

Stefano: Quindi da dove cominci?

Geoff: Ovviamente la base del muro è importantissima. Per quella ci vogliono i sassi più grossi e più squadrati possibili e bisogna piazzarli in maniera molto stabile, che siano o orizzontali o con una pendenza all’indietro, mai verso il davanti

Stefano: Poi ci sono delle regole da seguire?

Geoff: Infatti, come mi hanno insegnato i contadini, la regola di base è sempre ‘uno su due’, proprio come quando fai un muro in mattoni

Stefano: Immagino che però sia molto più complicato perché ogni sasso è diverso

Geoff: Sì, ecco perché è importante poter vedere tutti i sassi che hai a disposizione per poter scegliere quello giusto

Stefano: Ma se i sassi sono tutti un po’ storti, come fai a fare una bella facciata così dritta?

Geoff: Allora cosa faccio? Lavoro proprio a partire dalla facciata. Ad esempio, vedi questo sasso qua che c’ha un lato bello dritto? Ora lo metto su questi due sassi e faccio una prova della sua stabilità … se è completamente instabile, cioè si può muovere in tutte le direzioni, lo metto da parte e lo uso altrove. Se invece balla poco, può darsi che lo posso usare, basta che non tenda a cadere in avanti. Se cade all’indietro non importa perché dietro uso i sassolini e in particolare quelli che hanno la forma a cuneo per incastrare per bene il sasso in maniera che non si muova più.

Nella foto si vede come ho usato la facciata più bella dei sassi per il davanti del muro mentre dietro li ho stabilizzati con gli ‘scarti’.

Stefano: Quindi tutti quei sassolini che hai messo da parte …

Geoff: Quelli li uso sia come zeppe come ho già detto sia per riempire lo spazio fra la facciata del muro e il terreno dietro

Stefano: Allora non si costruisce il muro direttamente contro il terreno?

Geoff: Esatto, il muro è costituito dalla facciata, fatta con i sassi più belli e più stabili, e da uno strato posteriore fatto di sassolini e sassi irregolari. Dietro infine c’è il terreno. In questo modo usi tutto

Stefano: Immagino che quello strato di sassolini aiuti anche con il drenaggio

Geoff: Esatto, così quando piove forte l’acqua non viene bloccata dietro il muro, ma ‘traspira’, per così dire.

Stefano: Sta’ a sentire, adesso devo andare. Mi metti una foto su facebook quando l’hai finito?

Geoff: Come no! Ciao, a dopo …

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Comments:

  1. Patricia:

    Ma cosa succedera’ in caso del terremoto? Ho visto che le case che furono costruite secoli fa con questo tecnica erano quelli che crollarono in Umbria.

  2. Bill Auge:

    Buon lavoro, sembre che il duro lavoro.

    • Geoff:

      @Bill Auge Bisogna fare un po’ d’esercizio ogni tanto, vero? 😉

  3. Rosalind:

    Bel lavoro ben fatto!

    È così che accatasto la mia legna : i ceppi regolari davanti e quei torti dietro contro il muro (muro di pietra di fiume, rifatto da pocu da un artigiano destro perche le pietre tonde sono ancora più difficile à piazzare).

    For “destro” I wanted to use the lovely Corsican word “aggalabatu” but couldn’t find an Italian equivalent. Perhaps in a bigger dictionary…

    • Geoff:

      @Rosalind Grazie Rosalind. Potresti magari usare le parole ‘bravo’, ‘esperto’, o ‘abile’ per descrivere il tuo muratore. Non so perché la parola “aggalabatu” no mi dice nulla! Può darsi che sia anche una parola intraducibile … boh! Sto muratore, ti ha fatto un muro a secco, o ha usato la calce/il cemento?

  4. Rosalind:

    Buonasera Geoff
    Il muratore ha rifatto un muro in parte sfondato da anni e anni. In tutto ha fatto può darsi 30 metri di muro a secco e ha utilizzato il cemento soltanto accanto all’apertura verso il campo vicino. Ma il cemento non si vede.

    Di solito scrivo io stesso i miei testi in italiano ma sta sera m’aiuta il mio amico corso che si ricorda dell’italiano imparato in scola!

  5. John:

    Mi piace molto leggere l’uso dell’italiano colloquiale, perchè imparo molto.
    Ho letto recentamente alcuni frasi che significano le cose differenti in inglese da cosa si aspetta in italiano. Così:
    mi piaci = I like you
    gli manchi = he misses you
    chi ti vedo = who do you see
    Non capisco perchè! Mi può spiegare per piacere?.

    • Serena:

      @John Salve John!
      You wrote: Ho letto recentamente alcuni frasi che significano le cose differenti in inglese da cosa si aspetta in italiano. Così:
      mi piaci = I like you
      gli manchi = he misses you
      I verbi ‘piacere’ (to like) e ‘mancare (to miss) in italiano sono costruiti in modo opposto all’inglese. Per il verbo piacere puoi leggere questi due post:
      https://blogs.transparent.com/italian/piacere/
      https://blogs.transparent.com/italian/i-like-you/
      Per il verbo mancare c’è questo post:
      https://blogs.transparent.com/italian/mancare/

      Per quanto riguarda ‘chi ti vedo = who do you see’ la forma più usata è ‘chi si vede!’ = look who is here! (terza persona singolare, letteralmente ‘who is seen!’). Ha significato sia di sorpresa sia ironico quando incontriamo qualcuno che non vediamo da tanto tempo.
      Saluti da Serena

  6. John:

    Grazie Serena


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