Il Piede Della Mummia Posted by Serena on Nov 15, 2012 in Italian Language
Tanto tempo fa, quando ero una neo-laureata in Egittologia, lavorai per un paio di stagioni al Museo Archeologico di Firenze. Il mio compito consisteva nel catalogare svariati reperti, come vasi, amuleti, gioielli, e così via, conservati nei magazzini della sezione egizia del museo. Per ogni oggetto dovevo misurarne l’altezza, la larghezza e la profondità massima, datarlo, descriverne la forma, il colore, il materiale, e lo stato di conservazione. Fra tutte queste centinaia di oggetti, alcuni mi si sono particolarmente impressi nella memoria per diversi motivi.
Un giorno, per esempio, dovevo catalogare alcuni anelli in faience, dei semplici cerchietti in ceramica verde-azzurra. Ad un certo punto non resistetti più e decisi di provarne uno: l’anello entrò facilmente nel mio dito anulare sinistro, ma quando provai a sfilarlo non voleva saperne di uscire! Che panico che mi prese! Se avessi fatto troppa forza avrei rischiato di spezzarlo; potevo andare in bagno ad insaponarmi le mani, ma se qualcuno mi vedeva con l’anello al dito? Per fortuna non c’era nessuno in ufficio, e così, dopo molti dolorosi tentativi riuscii a sfilarmelo senza danni. Dopo quella volta resistetti la tentazione di provare altri gioielli.
L’oggetto più imbarazzante da descrivere fu senza dubbio un piccolo amuleto in faience azzurra rappresentante il dio Bes, propiziatore della fertilità. Ovviamente, essendo il dio della fertilità, il suo attributo principale era … il fallo, grande quasi quanto la figura stessa del dio, che gli saliva sulle spalle e girava intorno al collo!
Ma quello che non dimenticherò mai fu il piede di mummia! Già da alcuni giorni sapevo che avrei dovuto catalogarlo, per cui mi ero procurata dei guanti usa e getta. Quando il grande giorno arrivò, indossai i miei guanti, presi il piede mummificato con la punta delle dita e lo misi sulla scrivania. Poi, con l’aiuto di un righello lo misurai, girandolo da una parte e dall’altra. Mi ricordo ancora che era un piede destro, rigido e leggero, di un color piombo. Le bende di lino avvolgevano la maggior parte del piede, ma l’alluce spuntava fuori dalla stoffa con la sua unghia ben conservata. Che sollievo quando lo rimisi via nella sua scatola!
In the story above you’ll find the following past tenses:
Imperfetto (Imperfect): dovevo catalogare alcuni anelli in faience = I had to catalogue several faience rings. See this blog: Imperfetto e Passato Prossimo
Passato Remoto (Historical Past): fu senza dubbio = was, without doubt. See these blogs: Il Passato Remoto – part 1 and Il Passato Remoto – part 2
Congiuntivo Trapassato (Pluperfect Subjunctive): Se avessi fatto troppa forza = If I had tried too hard. See this blog:Il Congiuntivo Trapassato
Condizionale Passato (Past Conditional): avrei rischiato di spezzarlo = I would have risked breaking it. We’ll be writing a blog about this in the future.
Trapassato Prossimo (Pluperfect): mi ero procurata dei guanti usa e getta = I’d got hold of some disposable gloves. See this blog: Trapassato Prossimo e Passato Prossimo
Here’s the full translation:
The Mummy’s Foot
A long time ago, just after I graduated in Egyptology, I worked for a couple of seasons at the Florence Museum of Archaeology. My work consisted of cataloguing various artefacts, such as vases, amulets, jewellery, and so on, preserved in the storerooms of the museum’s Egyptian section. I had to measure the maximum height, width and depth of each object, date it, describe its form, its colour, the material of composition, and its state of conservation. Amongst all of these hundreds of objects, a few, for various reasons, have remained particularly engraved in my memory.
One day, for example, I had to catalogue several faience rings, simple little circles of greenish blue ceramic. At a certain point I couldn’t resist it any more, and decided to try one on: the ring fitted easily on my left ring finger, but when I tried to remove it, it simply didn’t want to come off. I was completely overcome by panic! If I had tried too hard I would have risked breaking it; I could have gone to the bathroom to put soap on my hand, but what if someone saw me with the ring on my finger? Luckily there was no one in the office, so, after many painful attempts I managed to remove it without damage. After that, I resisted the temptation to try other jewellery on.
The most embarrassing object to describe was, without doubt, a small faience amulet representing the god Bes, bringer of fertility. Obviously, being the god of fertility, his most prominent feature was … his phallus, almost as big as the figurine itself, it reached up to his shoulders and wrapped around his neck!
But the one that I’ll never forget was the mummy’s foot! I’d already known for some days that I’d have to catalogue it, so I’d got hold of some disposable gloves. When the day arrived, I put them on, took hold of the mummified foot with the tips of my fingers and placed it on my desk. Then with the help of a small ruler I measured it, turning it one way and another. I still remember that it was a right foot, rigid and light, and leaden in colour. Most of the foot was wrapped in linen bandages, but the big toe, with its well preserved nail, stuck out of the fabric. What a relief to put it back in its box again!
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Comments:
Carlos:
Interessantissimo! Che lavoro quel di catalogare, e belle storie che escono da lì. Un blog molto divertente. Auguri e grazie.
Serena:
@Carlos Grazie Carlos!
Serena
andreas:
Salve Serena!
Che storia interessante!Benché io sia filologo moderno(l’inglese e il francese), mi piacciono molto le civiltà antiche. Da bambino leggevo e rileggevo i miti della Grecia antica. Ora m’interessano molto le popoli preromani dell’Italia e della Penisola Iberica. Se potrò, scriverò una tesi sugli elementi preromani nell’italiano nello spagnolo e nel portughese.
Saluti da Andreas
Serena:
@andreas Salve Andreas!
Quali sono le popolazioni preromane italiane che ti interessano di piu’? Essendo toscana, io adoro gli Etruschi, ovviamente. Ma trovo molto interssanti anche i Gallo-Liguri per la loro vasta diffusione su tutta l’Europa. Ma ogni popolazione ha dato il suo contributo, e trovo affascinanti i retaggi linguistici che ancora sopravvivono. Mi interesserebbe sapere di piu’ sulla tua tesi.
saluti da Serena
andreas:
Salve Serena!
Anch’io m’interesso degli Etruschi in primo luogo. Purtroppo nella storia della lingua italiana di Bruno Migliorini non c’e quasi niente sugli Etruschi e le altre lingue preromane. In contrasto con questo libro La storia della lingua spagnola di Gabriel Lapesa offre moltissime informazioni sulle lingue preromane, chiaro della Penisola Iberica, e ciò che è molto interessante che c’è una ipotesi che ci fossero gli Etruschi anche nella Penisola sulla costa orientale e meridionale e che forse anche la civiltà turdetana ebbe connessione con quella etrusca.
E oggi ho letto un’informazione sulla Wikipedia che la lingua lidia fu una lingua indoeuropea e la maggioranza delle autorità dicono che gli Etruschi fossero della origine lidia, perciò forse anche la sua lingua ebbe origine indoeuropea (una mia ipotesi).
Forse potresti cosigliarmi qualche libro sul tema delle popolazioni preromani?
Grazie in anticipo
Andreas
andreas:
Serena,
Chiedo scusa, Rafael Lapesa.