L’Incontro – Part 1 Posted by Serena on Apr 10, 2019 in Italian Language
Every now and then, people ask me how come I was born and grew up in Benghazi, Libya. So I’ve decided to write a brief story explaining all.
N.B. Today I’m going to write in Italian, my mother tongue. By the end of the week Geoff will publish an English version which should answer any queries you may have about a translation.
Cominciamo dalle origini:
Papà
Papà, cioè Nicola Cricorian, era nato a Bengasi, in Libia, nel 1921 da genitori armeni. Agli inizi del Novecento i suoi genitori, ancora bambini, erano fuggiti dall’Armenia insieme alle loro famiglie per salvarsi dai genocidi armeni perpetrati dall’Impero Ottomano in Turchia fra il 1896 e il 1915, ed erano arrivati a Bengasi, che a quei tempi faceva anch’essa parte dell’Impero Ottomano, ma essendo lontana dalla Turchia era tranquilla.
Nel 1911 la Libia fu conquistata dall’Italia, che la tolse ai turchi, e quelle poche famiglie armene che si trovavano lì vennero riconosciute italiane a tutti gli effetti. Così mio padre e i suoi fratelli andarono alle scuole italiane, parteciparono alle colonie estive per i figli dei coloni italiani in Libia, e infine papà combatté con l’esercito italiano nella campagna d’Africa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Alla fine della guerra mio padre e suo fratello decisero di restare in Libia, che nel frattempo era diventata dominio inglese, avendo l’Italia perso la guerra. Quindi dovettero rinunciare alla cittadinanza italiana e presero quella libica. Papà, che durante i tre anni di prigionia nei campi francesi aveva imparato ad aggiustare le macchine da scrivere, aprì un ufficio di macchine da scrivere Olivetti a Bengasi.
Qui ci fermiamo, per il momento, e vediamo la storia della mamma.
Mamma
La mamma, cioè Rosanna Marcacci, è nata a Porretta Terme, vicino a Bologna, nel 1929. Agli inizi della Seconda Guerra Mondiale si trovava con le sue tre sorelle in collegio a Pesaro, sulla costa adriatica, perché i loro genitori erano andati coloni in Abissinia (Africa Orientale, oggi Etiopia). Nel settembre 1943, durante l’avanzata degli Alleati, la sua famiglia fu sfollata a Mombaroccio, una cittadina nell’entroterra, dove viveva uno zio, che faceva il prete, e per questo era sempre chiamato lo Zio Prete. Credo che il suo vero nome fosse Olindo!
Per Mombaroccio però passava la Linea Gotica e per un lungo periodo furono proprio sul fronte fra i tedeschi in ritirata e gli alleati che avanzavano. La famiglia della mamma viveva nella canonica con lo Zio Prete, ma essendo questa l’edificio più importante di Mombaroccio, fu presto requisito dal comando tedesco per i suoi ufficiali, mentre alla famiglia di mia madre vennero concesse solo un paio di stanze.
Nell’agosto 1944 ci fu l’offensiva alleata, e il 28 agosto entrarono i canadesi a Mombaroccio. A settembre la mamma con tutta la famiglia fece finalmente ritorno a Pesaro. Fu qui che la sorella maggiore di mia mamma, Vittorina detta Vicky, incontrò Bill, un soldato inglese, e nel luglio del 1946 si sposarono.
Alla fine della guerra, Bill decise di rimanere nell’esercito, e qualche anno dopo, nel 1957 circa, fu postato a Bengasi, che era ora dominio britannico.
Nella prossima puntata vi racconterò l’incontro fra mamma e papà.
A presto!
Potete leggere la storia di mio padre durante la guerra in questo link:
My Father’s War
Potete leggere il diario di mia nonna durante la guerra in questo link:
My Grandmother’s War Diary
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Comments:
Rosalind:
Percorsi di vita turbulenti da entrambi le parti. Intrecciati con tutta la storia del 20esimo secolo.
Carolina Gengo:
Che storia! Veramente una lezione della storia della guerra mondiale II dal punto di vista Italiana e Europea. Me per, tanti dettagli nuovi e stra interessanti.
Judy Green:
What a fascinating story. Looking forward to Part 2!
rukmini nini:
waiting for the next story, thanks
Jan Mackay:
Gracie mille….il mio padre anche era P.O.W…ma in Italia. Mi è piaciuta molto questa storia affascinante ! 😀
William C Auge:
Che bei bambini! La foto della tua madre e delle sue sorelle e’ un quadro meraviglioso. Avere le vecchie fotografie della famiglia e’ una benedizione. Quelle immagini ci aiutono a capire chi siamo e da dove proveniamo.
PS: Sto studiando di nuovo la lingua italiano.
Un abbraccio da Victoria e Io
Serena:
@William C Auge Vuol dire che tornerete presto in Italia?
Un abbraccio a te e a Victoria da Geoff e me.
William Auge:
@Serena Si, vogliamo tornare presto! Se e’ possibile noi saremo in Italia in ottobre. Sto facendo progetti nella mia testa.
A presto, Bill
William C Auge:
Io so, e’ la lingua italiana.
Serena:
@William C Auge Bravo Bill!