Ieri, quando ci siamo svegliati, era una mattina grigia, senza pioggia ma pure senza colore, fredda ma non gelida, insomma, quella che chiamiamo una giornata uggiosa. Mi era stato detto che il giovedì a Sarzana si tiene un mercato molto grande e con bancarelle interessanti, ma siccome io il giovedì solitamente insegno yoga a Pontremoli, non ho mai l’occasione di andarci. “Ma ora siamo nel bel mezzo delle vacanze di Natale, ho detto fra me e me, perché non approfittarne?” e così ieri mattina, con tutta calma, abbiamo preparato dei panini, buttato fuori di casa tutti e sei i gatti, e siamo andati giù a Sarzana.
Siamo stati fortunati perché abbiamo trovato subito un parcheggio proprio all’inizio del mercato e a pochi passi dal centro. Da lì ci siamo inoltrati per le vie di Sarzana invase dalle bancarelle che rendono irriconoscibile il centro storico. Strada facendo abbiamo incontrato i nostri amici Claudio e Annalisa con la figlia Elisa (è così alta che ogni volta che la incontro le guardo le scarpe per vedere se porta i tacchi alti, ma no, è proprio alta di suo!). Anche loro avevano deciso di scappare da Pontremoli per un giorno e di fare un giro per il mercato di Sarzana, così per riscaldarci un po’ tutti insieme siamo andati al bar a prenderci un cappuccino: alquanto costoso ma buono!
Geoff, che era già stato al mercato di Sarzana l’estate scorsa con due sue sorelle, voleva farmi vedere il banco delle collane, perché sa che io adoro le pietre dure. Non importa se sono preziose oppure no, mi piace contemplare quell’infinità di colori e sfumature, accarezzare la loro levigatezza, sentire il suono che fanno quando cozzano l’una contro l’altra. Il banco è di una giovane coppia moldava molto simpatica e che parla bene l’italiano, così abbiamo chiacchierato per un pochettino mentre io decidevo quali collane comperare. Alla fine ho comperato due fili di macedonia dai colori molto delicati, ed un filo sottile di un quarzo rosa geranio. Non vedo l’ora di metterle, ma prima devo rinfilarle col filo di seta e metterci la chiusura.
Ci accingevamo a tornare alla macchina, quando abbiamo incontrato un altro pontremolese, Maurizio col figlio Emiliano. “Eh sì, di quando in quando si sente il bisogno di scappare da Pontremoli e vedere un po’ di città, altrimenti si va fuori di testa!” ha detto Maurizio.
Vocabolario:
uggiosa = gloomy
ho detto fra me e me = I said to myself (lit. I said between me and me)
ci siamo inoltrati = we advanced, we penetrated into (from the verb ‘inoltrarsi’)
di suo = by nature
le pietre dure = semi-precious stones
alquanto = somewhat/rather. Alquanto is mostly used in writing, instead of the more colloquial ‘parecchio’ or ‘piuttosto’
cozzano l’una contro l’altra = they bang against each other
macedonia = lit. fruit salad, it’s used to describe bracelets or necklaces made from stones of different colores, that look like a fruit salad
Ci accingevamo = we were about (from the verb ‘accingersi’)
di quando in quando = from time to time
Comments:
Anthony:
Il suo post stamattina mi fa molto piacere. Grazie mille. Antonio di Sacramento
Edoardo:
Serena, thank you for this nice description and associated vocabulary.