Una Tazza di Tè all’Italiana Posted by Serena on Feb 23, 2012 in Culture
To understand this blog you’ll need two things: 1. a reasonable knowledge of Italian, and 2. a sense of humour!
Salve, sono Geoff, il marito di Serena, e per quelli che non lo sanno già, sono inglese. Abito qua in Italia ormai da un po’ di anni ed è stata una sfida interessante, a volte molto dura, imparare le abitudini degli italiani! Interessante anche il loro atteggiamento verso di me. Come tutte le culture gli italiani hanno le loro idee stereotipe dei ‘forestieri’. A dire il vero non mi considero un ‘inglese tipico’, però nonostante questo, quando conosco per la prima volta un italiano, viene fuori prima o poi il discorso del famoso ‘tè delle cinque’ (5 o ‘clock tea). Certo, quando ci siamo trasferiti in Italia dall’ Inghilterra ci siamo portati dietro il bollitore (kettle), la teiera (tea pot), il colino (tea strainer), e così via … ma ci mancherebbe!
In effetti è difficile che prendo il tè alle cinque, e di tazze di tè ne bevo solo due o tre al giorno, innanzitutto ci tengo molto alla mia tazza mattutina. Ma sto parlando del tè vero, come piace a noi inglesi, cosa abbastanza diversa da quello che chiamano ‘tè’ i miei compaesani addottivi. Per me il tè deve essere preferibilmente sfuso e non in bustine, fatto nella teiera, e poi versato dopo più o meno cinque minuti nella tazza, sempre con il latte, che ci va messo prima. Niente zucchero per me, grazie.
Di solito, quando faccio il tè in questo modo per gli ospiti italiani, rimangono un po’ stupiti. “Allora si beve così in Inghilterra?” mi chiedono. A volte dicono (quelli bravi), “ma questo è il tè migliore che abbia mai assaggiato in vita mia”, altre volte non sono così convinti … “beh, interessante!” dicono.
Quindi, quando vado per la prima volta a casa di nuove conoscenze italiane, e mi offrono una tazza di tè, dico sempre “volentieri” con un po’ di trepidazione! “Ma cosa mi daranno questa volta?” mi chiedo.
Ecco le istruzioni per fare una tazza di tè all’italiana:
1. Riempi d’acqua una grossa pentola, tipo quella che si usa per fare la pasta per una famiglia di quindici persone
2. Metti la pentola senza coperchio su un piccolo fornello a gas
3. Mezz’ora più tardi, quando l’acqua sta finalmente bollendo, aggiungi un numero indeterminato di bustine di tè (beh, non si sa mai, meglio essere sicuri … butta, butta ancora)
4. Torna alla chiacchierata (molto probabilmente un discorso sui cibi preferiti) che facevate durante l’interminabile attesa della bollitura dell’acqua, e dimentica completamente l’esistenza del tè finché il gentile ospite non comincia a fissare, in un modo significativo, la grossa pentola.
5. Usa il vecchio mestolo, che il nonno usava una volta per il vino, per estrarre il cosiddetto tè dalla pentola e versarlo nelle tazze.
6. Per quanto riguarda il latte fresco … ma figuriamoci! “Noi Italiani lo beviamo solamente col limone, ma se insiti ecco il latte UHT” … no, no, non ce la faccio più …. ma che schifo …
… sono quasi le cinque, e ho bisogno di qualcosa, tipo … sì, sì, sì, una bella tazza di tè all’inglese! Allora, dove sono i biscotti digestive?
If you need help translating this please leave a comment.
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Comments:
Paul:
Brilliant! Just the right level of Italian and very funny. Thanks
Wendy:
Molto divertente e sono inglese! Sto imparando l’italiano e capisco. Haha!
Joan Engelhaupt:
I love your blogs, Geoff, whether you’re writing as Mimi the Cat or as yourself, but most of all I’m impressed with your Italian! How long did it take you to reach this level of fluency, and how did you do it? I know it’s a great advantage to live in Italy, but did you take lessons? Would you be willing to share with us how you met Serena? I’m guessing you met her during her stay in England. OMG–from reading your blogs all these years I’ve come to feel I know you, and I’m asking you impertinent questions!
Serena:
@Joan Engelhaupt Thanks Joan, I really appreciate your kind comments. Allora … how long did it take me to reach my present level in Italian? Well that’s difficult to answer. I suppose that in some ways I had a bit of an advantage in that I was married in the 80’s to a Portuguese girl, and lived for a while in Coimbra, Portugal. That was my introduction to Latin languages which, however, later proved a bit of a hindrance in some ways. When I met Serena, for example, I was reluctant for quite a while to embark on learning another language, and getting involved in another culture … once bitten etc….
Then when I started visiting Italy about 17 years ago I used to simply ‘Italianise’ my Portuguese, which had limited, and often embarrassing results.
I have to admit to being a pretty poor student academically. I’m a lateral thinker and an autodidact, and I learn best by direct involvement. I’m also a self taught musician, I play by ear, and I love to improvise.
So here is my tip: When I was working as a primary school teacher I was very aware that many of my pupils weren’t very skilled at listening, or at observing the world in detail. When I taught guitar I never used written music with my students (I can’t even read music myself … ma, capirai). Instead I taught them how to listen to rhythm, tonality, and accent.
Why am I telling you this? Well, because the same is true for learning another language. It is so important to listen carefully and observe details. One thing that attracts a lot of people to Italian is its inherent expressive qualities. But many people, especially the English don’t catch on that it’s not just the words that give that sense of expression, it’s an attitude, and one that involves a lot of ‘letting go and taking chances’, qualities for which we British are not noted!
To continue with the music analogy, learning a language out of it’s natural context is a bit like learning to play Flamenco guitar in some little village in England, without ever visiting Andalusia, and spending hours each day listening to flamenco, playing for dancers, etc. (I speak from personal experience!).
You are absolutely right to say that it’s an advantage to live in Italy, in fact I would now say that although I ‘sort of’ learnt Italian in England, I only really began to learn the language about four and a half years ago when we moved here permanently. These days, the only person I speak English with is Serena, unless I’m chatting with my family in England by phone.
Last but not least, I have learnt a huge amount about the Italian language and culture from working alongside Serena, researching, translating, and writing for Transparent Language’s Italian Blog. And for that I have to thank my good friend David from Granada in Spain who I met through my involvement in Flamenco. David now lives in America working for Transparent, and it was him who found us this job.
It’s a funny old world 🙂
A presto, Geoff
P.S. perhaps I’ll write a blog about how Serena and I met, va bene?
John Petralia:
perfet-te’
Allan Mahnke:
Molto divertente! Siamo americani e preferiamo te — ma forse non così.
Tante grazie!
Allan
Muriel:
Geoff, forse inglesi all’estero e le nonne fanno il te come dici tu. La maggiorparte degli inglesi che conosco io fanno cosi:
mettono su il kettle (ottimo per risolvere qualsiasi situazione, ma questo e’ un altro discorso), versano l’acqua in una tazza con un bustina, mescolano, tolgono la bustina e aggiungono latto e zucchero.
Mentre ti posso assicurare che nella mia famiglia quando ero piccolo il te era sempre sfuso, per lo piu’ twinings (Earl Grey, English Breakfast o Assam) e si usava la teiera di ceramica. Tra l’atro avevamo questi meravigliosi “ovuli” dove mettere il te sfuso e mettere nell’acqua.
A proposito del te delle cinque, mi sa che in Italia c’e’ molta confusione tra high tea e cream tea sommato a una completa ignoranza del class system inglese… altro argomento ancora… scusa per prendere la tangente.
Serena:
@Muriel Muriel, sì, purtroppo hai ragione. Quando vado in Inghilterra a trovare la mia famiglia sono sempre deluso. Magari ormai sono troppo abituato alle belle tradizioni italiane, specie riguardo al mangiare. Proprio l’anno scorso quando c’eravamo abbiamo provato invano a trovare due cose per cui provo un po’ di nostalgia: 1. un bel vecchio Tea Rooms, come una volta, e 2. un bel vecchio Pub tradizionale. Non c’era niente da fare. Di pseudo ‘continental bar e caffè, tipo Caffè Nero, Starbucks e cosi via, non ne mancano … se ti piace bere una ciotola di schifezza che fa finta di essere cappuccino, e ti viene a costare un patrimonio!
Comunque devo ammettere che anche noi usiamo a volte le bustine, ma volevo ritrarre lo stereotipo expat Inglese (che non sono per niente).
Infine, secondo me è impossibile per un italiano capire il famoso ‘British Class System’, un po’ com’è quasi impossibile per me capire la burocrazia italiana!
Saluti da Geoff
bill:
Bello, Geoff, grazie. Anche se tè non mi piace affatto!
Cathy:
I’m off to make some tea now after having read that :o)
William Auge:
Salve Geoff, ho goduto i tuoi commenti a Joan. Il tuo suggerimento per come imparare una lingua e’ utile. Io ascolto ai spectacoli nella lingua italiana sul TV sto provando imparare a capire le parole parlato. Beh, e’ molto difficile.
Inoltre vorrei dire grazie a David.
A presto, William
Serena:
@William Auge Grazie William, quali programmi televisivi guardi? Guardare la TV in italiano è piuttosto difficile. Faccio una ricerca su youtube per vedere cosa posso trovare che ti potrebbe aiutare.
A presto, Geoff
William Auge:
Ciao Geoff, in tempi diversi la stazione della televisione pubblica trasmissione i programmi Ispettore Coliandro, La Piovra, Un Caso di Coscienza, Moltalbano, e Don Matteo. I miei preferiti sono Coliandro e Montalbano. I spettacoli sono con sottotitolo. Guardando i programmi mi aiutano, anche io imparo un poco circa italia. Grazie mille per la tua offerta aiutarmi nel mio tentativo di parlare meglio italiano. Scrivendo a tu e Serena con il mio dizionario in vicino e’ inoltre utile. Io sento come sto facendo i miei compiti.
augui tanto, William