Ai Musei Vaticani Posted by Serena on Feb 26, 2015 in Italian Language
In today’s post, I recount a visit to the Vatican Museums that I made when I was a student of archaeology many years ago. Apart from two brief notes, I’ve left the text entirely in Italian. If you have any difficulty translating it, please leave a comment below.
L’altro giorno la mia amica Annalisa mi ha detto tutta eccitata che al fine settimana sarebbe andata a Roma per un paio di giorni e che le sarebbe piaciuto visitare i Musei Vaticani. Il che mi ha fatto tornare in mente la mia esperienza personale.
Tanti tanti anni fa ero a Roma a fare ricerche per la mia tesi di laurea in Egittologia, e così una mattina mi presentai ai Musei Vaticani con la lettera d’introduzione scritta dalla mia Prof. Fui ricevuta dal direttore della sezione egizia, un francese di cui non ricordo il nome e che sembrava D’Artagnan, uno dei Tre Moschettieri: era un omone alto alto, coi capelli neri lunghi sulle spalle e due grandi baffoni che finivano a punta. Mi portò a vedere l’archivio e i magazzini della sezione egizia, e quando poi ci salutammo mi disse: “Quando ha finito le sue ricerche, già che è qui ai Musei Vaticani, ne approfitti per visitare la Cappella Sistina”.
Rimasi ancora una mezz’oretta nel piccolo Museo Egizio a ricopiare nel mio quaderno un oggetto che mi interessava particolarmente per la mia tesi di laurea. Il custode, un giovane romano, mi si avvicinò immediatamente e cominciò ad attaccare bottone: “Cosa sta facendo, Signorina?” … “Ma com’è brava a disegnare!” e poi: “Cosa fa oggi pomeriggio? Io finisco di lavorare alle due. Se mi aspetta la porto in giro per Roma”. A quel punto decisi che era il momento di mettere via il mio quaderno e di andare a visitare la Cappella Sistina.
Mi misi in fila e dopo un po’ si aprirono le porte della famosa Cappella e ci fecero entrare in una stanza enorme e affollatissima. C’erano persone dappertutto: vere per terra e dipinte sul soffitto. Bisognava camminare a testa in su, pigiati gli uni contro gli altri. Fra i colori catarifrangenti dei turisti malvestiti, e quelli degli affreschi, mi sentii girare la testa. Non ce la facevo proprio! Chiamai il custode che stava in piedi vicino alla porta e gli chiesi di farmi uscire. Senza mostrare alcuna sorpresa, il custode sollevò il cordone che delimitava il percorso e mi disse: “Se vuole visitare un posto tranquillo, vada alla sezione etnologica”. Segui il suo consiglio.
Camminando controcorrente mi lasciai dietro tutte le orde di turisti e arrivai alla sezione etnologica dei Musei Vaticani, molto interessante e senza visitatori. Il giovane custode era così felicemente sorpreso di avere finalmente qualcuno lì, che cominciò subito a chiacchierare. Mi raccontò che veniva dalle Isole di Capo Verde e poi, dopo pochi minuti, come il custode romano della sezione egizia, disse: “Cosa fa oggi pomeriggio? Io finisco di lavorare alle due. Se mi aspetta la porto in giro per Roma”. Ovviamente tirai il bidone a tutti e due i custodi dei Musei Vaticani!
Così non riuscii a vedere la Cappella Sistina, ma l’anno dopo ebbi la mia rivincita con Michelangelo! Ve la racconterò la settimana prossima.
Notes:
attaccare bottone = to chat up
tirai il bidone a tutti e due i custodi = I stood up both the custodians
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Comments:
Rosalind:
Grazie per l’aneddoto piacevole e divertente.
Non capisco la prima parte de:
vere per terra e dipinte sul soffitto.
Geoff:
@Rosalind Ciao Rosalind, immagino che sia questa la parte che non capisci: “C’erano persone dappertutto: vere per terra e dipinte sul soffitto.”
Allora te lo traduco: “There were people everywhere, real ones on the ground and painted ones on the ceiling”
Ha senso adesso? Fammelo sapere va vene?
Saluti da Geoff
Rosalind:
Ah si, grazie. È evidente ora ma prima non capivo niente.