Brain Fritters Posted by Serena on Apr 25, 2014 in Uncategorized
In my last blog I mentioned my mother’s famous fried brains recipe. Well today, not only am I going to share her culinary secrets but I’m also going to really fry your brains by writing in Italian … without an English translation. If you find yourself struggling, or I use vocabulary and grammatical constructions that you don’t understand … well that’s what the ‘Leave a Reply’ section is for. Simply post a comment and I’ll do my best to help you, va bene?
Quando ero bambina non ero vegetariana, tutt’altro ed anzi la carne mi piaceva molto, con l’eccezione del pollo, che detestavo perché lo trovavo troppo stopposo. A casa mia non mangiavamo solo fettine di filetto e bistecche, ma tutto quanto (o quasi tutto), compreso le interiora, e proprio alle interiora sono legati tanti bei ricordi della mia infanzia.
… e per dolce signori? Panna variegata! |
Mia mamma infatti era un’ottima cuoca, ma prima di sposarsi era stata infermiera, e così la preparazione delle interiora (dette anche frattaglie) si trasformava molto spesso in una vera e propria lezione di anatomia. Prendeva il cuore, lo sezionava, e ci faceva vedere l’atrio destro, l’atrio sinistro, il ventricolo superiore, quello inferiore, l’aorta e così via. Sapevamo riconoscere l’esofago dalla trachea: l’esofago è morbido ed elastico, mentre la trachea è rigida e formata da tanti anelli di cartilagine.
Però quando quella stessa roba arrivava poi cucinata sul nostro piatto non ci sembrava così attraente come ci era sembrata quando era sul marmo della cucina. Mi ricordo che il cervello in particolare non ci piaceva, e per farcelo mangiare mia mamma lo camuffava facendo delle frittelle, che inondate di tomato ketchup ci piacevano moltissimo. È una ricetta semplicissima, che potete provare anche voi se non vi fa impressione cucinare e mangiare il cervello di un animale, eccola:
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Preparazione:
Lavate e pulite il cervello dalle pellicine e frammenti di ossa, mettetelo in un recipiente e schiacciatelo con una forchetta fino a ridurlo in crema.
Preparate la pastella: in un contenitore mettete la farina setacciata, per evitare grumi, e l’acqua gassata, mescolate con una forchetta fino ad ottenere una pastella densa.
Unite il cervello alla pastella, mescolate e amalgamate bene gli ingredienti e infine aggiungete il sale.
Mettete abbondante olio in una padella e fatelo scaldare. Quando è ben caldo versateci l’impasto con l’aiuto di un cucchiaio, e fate cuocere girando le frittelle da entrambi i lati finché non hanno un bel colore dorato. Durante la cottura bisogna fare attenzione perché si forma parecchia schiuma.
Mettetele su carta da cucina per far assorbire l’olio in eccesso, e servitele calde. (Con tanta tomato ketchup!)
Note from Geoff: ma che schifo, mi ha fatto venire la nausea leggere questo! (how disgusting, I feel sick having read this!)
So, how are your brains now? I think I’d better follow this blog up with a grammar and vocabulary analysis next week.
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Comments:
Guest:
molto divertente. Qualee la piu sapore. Il cervello femminile o maschi?
Serena:
@Guest Non ho la minima idea di come distinguerli 😉
Serena