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Le Pulizie di Pasqua – un po’ di grammatica Posted by on Apr 4, 2012 in Uncategorized

Several readers found our last blog quite a challenge to translate … well sometimes that’s not a bad thing! However, in order to help you out a bit, here is part of the blog again, except that this time I have highlighted some points of grammar rather than vocabulary.

Le grandi pulizie che si fanno in genere (1) in primavera quando l’aria comincia a riscaldare e si possono tenere le finestre aperte (1) a lungo, in Italia si chiamiano ‘le pulizie di Pasqua’ perché durante la Quaresima, poco prima di Pasqua, il prete passa a benedire le case, per cui bisogna pulirle per bene (2) o il prete si rifiuta di dare la benedizione (questo almeno è quello che pensano le massaie!).

Anche noi in questi giorni ci siamo dedicati alle pulizie di Pasqua (3), non perché viene il prete, ma perché domani avremo ospiti dall’Inghilterra, Linzi, la sorella di Geoff con la figlia Jozie.  Le nostre pulizie sono state però più in grande delle comuni (4) pulizie perché abbiamo finito di sistemare il gradile per renderlo abitabile. È un piccolo edificio (circa 3 metri per 4) a due piani, il secondo piano è un sottotetto di circa 1 metro e mezzo nel punto più alto, e il pavimento originariamente era una grande griglia con aste di legno di castagno su cui i contadini stendevano le castagne (5). Al piano di sotto usavano poi accendere il fuoco su cui cucinavano (6), mentre il calore e il fumo salivano al piano di sopra fra gli interstizi delle aste, facendo in questo modo seccare le castagne. Già un paio d’anni fa avevamo tolto le aste (7) di castagno e rifatto il pavimento del secondo piano con tavole di abete, ottenendo una piccola mansarda per dormire.

Allora (8), nei giorni scorsi, per cominciare, Geoff ha rifatto il davanzale di due finestre, creando pertanto un mucchio di polvere e calcinacci, mentre io con una spazzola a setole dure e del detergente pulivo i travi del tetto per togliere la muffa (dopo Pasqua rifaremo il tetto completamente, abbiamo già chiesto il preventivo ad un muratore (9)). Poi ho passato l’aspirapolvere un mucchio di volte, e Geoff ha rimbiancato i muri, ovviamente tutto questo stando accovacciati (10) perché non si può stare in piedi! Inoltre abbiamo dovuto trovare un posto dove mettere tutto ciò che avevamo accumulato nel gradile per mesi: Geoff tutti i suoi barattoli di vernice, pennelli, sacchi di cemento e stucco; ed io (11) i miei barattoli di conserve fatte in casa (decine e decine). È come un continuo gioco di prestigio: fai scomparire una cosa ed un’altra appare al suo posto! 

 

Grammatica = Grammar:

(1) Le grandi pulizie che si fanno in genere = the big cleanings that are usually done …. si possono tenere le finestre aperte  = the windows can be kept open. The blog begins in the impersonal form, using the si impersonale.

(2) per cui bisogna pulirle per bene = for which it is necessary to clean them well. Bisogna is the 3rd person singular of the ‘unused’ verb bisognare (to need). It’s easy to confuse it with the noun ‘bisogno’ (the need), e.g. ho bisogno di un buon caffè! = I need a good coffee! This form is more personal, it expresses what I, we, you etc. need, or need to do.

(3) ci siamo dedicati alle pulizie di Pasqua = we have dedicated ourselves to the Easter cleaning. Here I use the passato prossimo of the verb dedicarsi (to dedicate oneself)

(4) più in grande delle comuni  = the expression più in grande means ‘on a larger scale’, as opposed to più grande, which would simply mean ‘bigger’.

(5) su cui i contadini stendevano le castagne = on which the peasants used to spread out the chestnut. Here I use the imperfetto to express something that ‘used to happen’, rather than a one off event.

(6) usavano poi accendere il fuoco su cui cucinavano = they used then to light the fire on which they cooked. English uses virgole (commas) more frequently than Italian, and this sentence can be a bit confusing because it lacks the commas that you might expect on either side of poi, i.e. usavano, poi, accendere il fuoco

(7) Già un paio d’anni fa avevamo tolto le aste  = We had already removed the bars a couple of years ago. Avevamo tolto = ‘we had removed’, is the trapassato prossimo of the verb togliere (to remove). It is constructed with the imperfect tense of avere (to have) and the past participle of togliere.

(8) Allora = ‘so’, ‘well then’ etc. A very commonly used opening to a sentence, e.g. Allora, come stai? = Well then, how are you, Allora, andiamo? = So, shall we go?

(9) abbiamo già chiesto il preventivo ad un muratore = we’ve already asked a builder for a quote. Two points to note here: We ask something, rather than for something, e.g. ho chiesto un preventivo = I’ve asked for a quote, ha chiesto aiuto = he asked for help. However we ask to someone, e.g. ho chiesto a Luca = I asked Luca, abbiamo chiesto al muratore = we asked the builder. The second point is the use of ‘ad’. We avoid putting too many vowels together, so instead of saying ‘a un muratore’ which sounds a bit ugly, we say ‘ad un muratore’ which makes for better flow and pronunciation.

(10) ovviamente tutto questo stando accovacciati = obviously, all of this squatting down. Accovacciarsi is the action of squatting down. We use stare (to be, to stay) to describe the action of remaining in position, e.g. sedersi = to sit down, stare seduto/a stay in a sitting position, stare straiato = to stay lying down, etc.

(11) ed io = here’s another example of adding ‘d’, in this case to ‘e’ (and) for the sake of fluency/musicality.

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Comments:

  1. JS:

    Incredibly interesting and helpful.

  2. Allan Mahnke:

    Mille grazie!!!!

    Kathryn & Allan

  3. Jemma:

    I love it when you explain things! Thank you

  4. William Auge:

    Salve Geoff, quando si legge una lingua straniera si fa sempre trovare e’ bisogna tradurre nella sua mente le parole della lingua straniera alla sua lingua madre, o alle fine e’ non necessario di tradurre nella sua mente le parole straniere.
    Buona Pasqua, William

    • Geoff:

      @William Auge Ciao Bill (ormai diamoci del tu, no?), non sono sicuro che ti capisco bene. Mi stai ponendo una domanda? Intanto, fra un po’ ti scrivo un’altra mail, solo che sono un po’ incasinato in questi giorni con mia sorella e sua figlia che sono qua a trovarci.

      A presto, Geoff

  5. Peter:

    A small clarification please. In the sentence – ‘usavano poi accendere il fuoco su cui cucinavano’, you have used the verb usare to mean – ‘they used to light the fire….’. Please explain the use of the imperfect of usare rather than the imperfect of accendere.

    PS for a future I would really appreciate a blog on the many forms of tanto and quanto and their meanings and uses. Many thanks in anticipation. Piero

    • Serena:

      @Peter Salve Piero, scusa per il ritardo, pensavo di averti già risposto, mi sono confusa.
      Allora, “In the sentence – ‘usavano poi accendere il fuoco su cui cucinavano’, you have used the verb usare to mean – ‘they used to light the fire….’. Please explain the use of the imperfect of usare rather than the imperfect of accendere.”
      I used the expression “usavano accendere” instead of the simple “accendevano” because I wanted to emphasize the fact that this was a tradition. È una questione di stile letterario!

      Saluti da Serena

      P.S. I’ll try and remember to write an article about tanto e quanto.

  6. sylvia alvino:

    I still need a translation!

    • Geoff:

      @sylvia alvino Salve Sylvia,
      Innanzitutto, bisogna imparare un po’ di buone maniere. Invece di dare gli ordini, potrebbe chiedere aiuto in una maniera più educata, proprio come fanno gli altri lettori. Io sono sempre pronto a dare una mano a colui che mi chiede aiuto, ma non rispondo bene agli ordini, tutto chiaro?

      A dopo, Geoff


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