Rebuilding Italy Posted by Geoff on Sep 2, 2016 in News
In my previous blog, La Terra Trema, I looked at some of the long term implications of Italy’s recent disastrous earthquake.
I suggested that you tried to read Renzo Piano’s opinion on how Italy should tackle the logistics of rebuilding what has been destroyed and safeguarding that which still stands. Here is my English translation of that text:
“Siamo eredi, indegni, di un grande patrimonio che ci è stato lasciato. Indegni perché non lo proteggiamo. Non ascoltare è colpevole. Davanti a catastrofi così non si può parlare di fatalità”.
“We are the undeserving heirs to a great patrimony that has been left to us. Undeserving because we don’t protect it. We are guilty of not listening. In the face of catastrophes such as this we can’t talk about fate”.
Non sempre i terremoti sono prevedibili.
Earthquakes aren’t always predictable.
“La natura fa il suo corso, è indifferente alle nostre sofferenze. Ma noi abbiamo una grande forza: l’intelligenza. Parlare di fatalità è fare un torto all’intelligenza umana. La storia insegna: ci siamo sempre difesi, con ripari, fortilizi, magie. Tocca a noi, al nostro senso di responsabilità, mettere la giusta energia nella messa in sicurezza del territorio”.
“Nature takes its course, it’s indifferent to our suffering. But we have a great strength: intelligence. To talk about fate is to do an injustice to human intelligence. History teaches: we’ve always defended ourselves, with shelters, fortresses, magic. It’s up to us, to our sense of responsibility, to direct our energy into making our territory safe”.
Dobbiamo difenderci meglio …
We have to defend ourselves better …
“Ma non l’abbiamo fatto. Dove vengono alzate le difese si limitano i danni. A Norcia, per esempio, il sisma non è stato disastroso come nei paesi vicini. Perché sono stati fatti i lavori adeguati. Dopo gli ultimi terremoti si è agito bene. Non occorre cercare il Giappone o la California per trovare esempi imitabili. Ogni volta che è stato fatto uno sforzo, c’è stato un risultato positivo”.
“But we haven’t done it. Where defences are erected the damage is limited. In Norcia, for example, the quake wasn’t as disastrous as in nearby villages. Because adequate work was carried out. Since the previous earthquakes they did the right thing. It’s not necessary to look at Japan or California to find examples to imitate. Every time that an effort has been made there’s been a positive result”.
Architetto Piano, davanti ai morti, alla disperazione dei sopravvissuti, allo smarrimento degli sfollati, allo straordinario lavoro dei soccorritori, lei dice: più che parole servono risposte. La prima?
Architect Piano, in the face of deaths, the desperation of the survivors, the bewilderment of those evacuated, the extraordinary work of the rescuers, you say: we need answers, not talk. What is the first answer?
“Non si deve allontanare la gente da dove ha vissuto. Amatrice, Pescara del Tronto, Arcuata, Accumoli, Grisciano: bisogna ricostruire tutto com’era e dov’era. Sradicare le persone dai loro luoghi è un atto crudele. Vuol dire aggiungere sofferenza alla sofferenza”.
“You mustn’t take people away from where they have lived. Amatrice, Pescara del Tronto, Arcuata, Accumoli, Grisciano: we need to rebuild everything as it was and where it was. Uprooting people from their homes is an act of cruelty. It would mean adding suffering to suffering”.
La pensa così anche il governo. E finalmente non ci sono polemiche.
The government is of the same opinion. And for once there’s no squabbling.
“Mi fa piacere. Se cerchi un uomo c’è sempre una casa. Bisogna ricostruire tra le pietre, le soglie e la gente che la abita”.
“I’m pleased. Where there’s a man there’s a home. It’s necessary to rebuild amongst the stones, the doorsteps and the folk who live there”.
I paesi di cui parliamo sono distrutti.
The villages that we’re talking about are destroyed.
“L’anima dei luoghi non si può cancellare. Chi ha subito un trauma terribile deve poter tornare a vivere dove è sempre stato. Né container né tendopoli”.
“You can’t take away the soul of a place. Those who have suffered terrible trauma must be able to return to where they’ve always lived. Not to containers or tent cities”.
Come dovrebbe essere il cantiere della ricostruzione?
What should the construction site be like?
“Un cantiere leggero. Superata la prima fase, si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive. Si possono fare in poco tempo case di legno, a 600 euro al metro quadrato. Come a Onna, in Abruzzo. Finita la ricostruzione si ricicla tutto: il terreno occupato poi torna a essere campo di grano o pascolo”.
“A ‘light weight’ construction site. Once the initial phase has been completed, we have to provide habitations, assembled in the earthquake zone. These should be temporary structures, not permanent. Wooden houses, costing 600 Euro per square metre can be built in a short time. Like at Onna, in Abruzzo. Once the reconstruction is finished, everything is recycled: the land that was occupied can go back to being a corn field or pasture”.
Ci sono precedenti?
Are there ant precedents?
“Quarant’anni fa per l’Unesco ho lavorato con Gianfranco Dioguardi al cantiere sperimentale per il recupero dei centri storici. L’idea base aveva a che fare con la scienza medica: usare la diagnostica per fare interventi meno invasivi possibile, come con la microchirurgia”.
Forty years ago I worked with Gianfranco Dioguardi for UNESCO at the experimental construction site for the recovery of historic town centres. The idea was based on medical science: using diagnostics to carry out interventions that are as uninvasive as possible, like with microsurgery”.
Sarà difficile ricostruire i luoghi com’erano prima.
It will be difficult to rebuild these places as they were before.
“Difficile, certamente. Ma possibile”.
“Difficult, certainly. But possible”.
Sarà ancora più difficile lanciare una grande opera di manutenzione per tutto il Paese.
It will be even more difficult to launch a large work of maintenance for the whole country.
“Bisogna cominciare. Prendiamo in carico il lascito che abbiamo ricevuto dal passato e occupiamocene seriamente”.
“We need to start. Let’s take responsibility for the legacy that we’ve received from the past and look after it seriously”.
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Comments:
Laurel:
Grazie per la traduzione.
Julie Lanza:
Grazie per condividere questo. E bravissimo.
Rosalind:
L’architetto Piano dice così: “il terreno occupato poi torna a essere campo di grano o pascolo.” Ma vedendo il paese provvisorio di Onna, qualcosa mi dice che il contadino non potrà più mai coltivare questi prati.
John Madrid:
Mi mancano le parole per dire tutto lo che vuolio dire ma, sono d’accordo che i luoghi in cui le persone hanno vissuto prima, devono essere ricostruite nello stesso luogo.
Geoff:
@John Madrid Hai detto bene John. Una piccola correzione: “Mi mancano le parole per dire tutto ciò che voglio dire”.
A presto, Geoff 🙂