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A Bucket Of Paint! Posted by on Mar 26, 2019 in Italian Language

La mamma ed io stiamo guardando delle vecchie foto che ci riportano indietro a dei bei ricordi.

Mum and I are looking at some old photos that bring back some nice memories.

Fra le tante, ci sono un paio di foto di papà nel suo negozio di macchine da scrivere Olivetti a Bengasi.
Amongst the many photos, there are a couple of dad in his Olivetti typewriter shop in Benghazi, Libya.”

Papà nel suo negozio di macchine da scrivere Olivetti a Bengasi. 1958 circa.

Serena: “Guarda com’era giovane e magro papà!”
Serena: “Look how young and slim dad was!”

Mamma: “Sì, questa foto è stata fatta ai tempi in cui lo conobbi. E’ nel suo negozio in Piazza Lenghi. Qualche anno dopo si trasferì nel nuovo negozio davanti ai giardinetti.”
Mum: “Yes, this photo was taken around the time I met him. He’s in his shop in Piazza Lenghi. A few years later he moved into the new shop in front of the gardens.”

Guarda com’era giovane e magro papà!

Serena: “Quello nuovo me lo ricordo bene. Una mattina ci portasti a trovare papà per vederlo.”
Serena: “I remember the new one well. One morning you took us to meet dad so that we could see it.”

Mamma: “Può essere, non mi ricordo bene.
Mum: “Maybe, I don’t really remember.”

Serena: “Io ero piccolina, avrò avuto massimo quattro anni, ma me lo ricordo bene, eccome! Stavano finendo di decorarlo … avevano usato una vernice strana, non era liscia ma tipo granigliato, aveva come dei sassolini neri, bianchi e grigi. Non me la dimenticherò mai, quella maledetta vernice!”
Serena: “I was little, I must have been maximum four years old, but I remember it well, (how could I not!) They were finishing decorating it … they’d used a strange paint, it wasn’t smooth but kind of grainy, it had some sort of little black, white and grey stones in it. I’ll never forget that damned paint!”

Mamma: “Perché, cos’è successo?”
Mum: “Why, what happened?”

Serena: “Non ti ricordi? Ero tutta felice di vedere papà al lavoro e gli corsi incontro a braccia aperte per abbracciarlo, ma fra me e lui c’era il secchio di vernice che gli imbianchini avevano lasciato lì. Era senza coperchio e io ci finii dentro con tutte e due le braccia!”
Serena: “Don’t you remember? I was really happy to see dad at work and I ran to him with my arms open wide to hug him, but between me and him was a bucket of paint that the decorators had left there. The lid was off and I ended up with both my arms in it!”

Mamma: “Questo sì che me lo ricordo! Avevi il cappottino nuovo che zia Maria e zia Pupina ti avevano mandato di regalo dall’Italia!”
Mum: “Yes, of course I remember! You were wearing the new coat that aunt Maria and aunt Pupina had sent to you from Italy as a present!”

Serena: “Il cappottino era di un colore rosa antico, se non mi sbaglio, coi bottoni dorati. Come ci rimasi male!”
Serena: “If I’m not mistaken, the coat was and old rose colour with golden buttons. I was so upset!”

Mamma: “Sì, era rosa antico. Lo mettesti una volta sola e dovemmo buttarlo via, non riuscimmo a pulirlo.”
Mum: “Yes, it was old rose. You only wore it once and we had to throw it away, we didn’t manage to clean it.”

Serena: “Quanti pianti che feci!”
Serena: “I cried so much!” 😭 😭 😭

Next time, we’ll analyse some of the grammar in this little tale, so if there’s anything in the above that you’re confused about let us know.

A presto!

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Comments:

  1. Rita Kostopoulos:

    Non posso capire come mai voi eravate a Bengasi? Cosa faceva tuo papa’li?

    • Serena:

      @Rita Kostopoulos Salve Rita, mio papà era nato a Bengasi, così come poi io e i miei fratelli.
      Sto considerando se scrivere un articolo su questa storia.
      A presto
      Serena

  2. Lidia Palmer:

    Could you say?: Me lo ricordo bene quello nuovo

    Why use ci in: come ci rimasi male

  3. kathleen harman:

    Sono anche confuso sull’uso di ‘ci’, per esempio, “io ci finii” – perché non “mi”?
    Grazie

  4. rukmini nini:

    lo capisco bene. che peccato il cappottino.

  5. marina brown:

    Piu comme questo!!!

    • Geoff:

      @marina brown Sarà fatto!

      P.S. ti ho coretto il piccolo sbaglio (come, non comme) 🙂

  6. Joan Engelhaupt:

    Uso anche dei altri siti per imparare l’Italiano, e uno, che si chiama Yabla, addesso e utilizzando un video della vita e lavoro di Adriano Olivetti che ha sviluppato le macchine da scrivere che vendeva tuo papa, Serena. Questo signore era molto idealistico e pensava che la sua macchina da scrivere cambiasse le vite degli italiani.

    • Serena:

      @Joan Engelhaupt Sì, Adriano Olivetti era molto idealistico. Per lui era molto importante il benessere dei suoi operai e delle loro famiglie, e era convinto che i profitti delle aziende andassero reinvestiti appunto nella comunità. Questa, purtroppo, è una pratica che il capitalismo sfrenato di oggigiorno ha completamente cancellato.
      Saluti da Serena


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