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A Long Train Journey Posted by on Jun 13, 2019 in Translation

Did you read Serena’s recent blog, Un Lungo Viaggio In Treno, and if so, did you arrive at a satisfactory translation?

Here’s my version. It’s not a literal word by word translation, but an interpretation, something that all students of Italian should be aiming at.

Cosa c’è di più bello che guardare fuori dal finestrino di un treno e vedere il paesaggio cambiare lentamente?
What’s more lovely than looking out of the train window and watching the landscape slowly change?

Un paio di fine settimana fa sono andata a Roma ad incontrare i miei amici d’infanzia e così, dopo tanti anni, ho rifatto un lungo viaggio in treno. Dico lungo perché Pontremoli non è ben collegata a Roma per cui ho dovuto prendere ben tre treni: da Pontremoli a La Spezia, da La Spezia a Pisa e infine da Pisa a Roma. Tutti e tre i treni erano dei regionali, il che vuol dire che fermano a quasi tutte le stazioni, perciò per fare 446 chilometri ci ho impiegato  sei ore e un quarto. Quando sono arrivata a Roma avevo il sedere quadrato!
A couple of weekends ago I went to Rome to meet some childhood friends, taking a long journey by train for the first time in many years. I say long because Pontremoli isn’t well connected to Rome, so I actually had to take three different trains: from Pontremoli to La Spezia, from La Spezia to Pisa, and finally from Pisa to Rome. All three trains were regional, which means that they stopped at nearly every station, so it took me six and a quarter hours to cover 446 kilometres. When I got to Rome I had a square backside!

Comunque, malgrado la stanchezza, erano secoli che non vedevo queste zone e ne sono rimasta ammaliata. Dal paesaggio montano della Lunigiana e di Pontremoli sono ben presto passata a quello marino prima della Liguria e poi della Toscana e del Lazio. Ma anche qui sia la natura che l’architettura cambiano molto da una regione all’altra. Da La Spezia a Viareggio il paesaggio è dominato dal mare da un lato e dalle montagne dell’Appennino Tosco-Emiliano dall’altro. La stretta lingua di terra chiusa fra la spiaggia e i monti è fittamente edificata. Poi, fra Viareggio e Livorno il paesaggio comincia ad aprirsi e il mare scompare nascosto dalle vaste pinete scure di San Rossore e Tombolo.
Despite the tiredness, however, it had been ages since I’d seen these places, and they left me spellbound. From the mountainous landscape of Lunigiana and Pontremoli we quickly moved down to the coastal zones of Liguria, then Tuscany, then Lazio. But even here, both nature and architecture change a lot from one region to another. From La Spezia to Viareggio the landscape is dominated by the sea to one side and the Appennino Tosco-Emiliano mountain range to the other. The narrow strip of land enclosed between the coastline and the mountains is densely built upon. Then, between Viareggio and Livorno, the scenery begins to open up and the sea disappears, hidden behind the dark pine woods of San Rossore and Tombolo.

Dopo Livorno il mare riappare non più in fondo alla costa piatta e sabbiosa ma da sotto gli scogli di Calafuria e Castiglioncello. L’entroterra è gentilmente ondulato, i colori del terreno argilloso vanno dall’oro del giallo ocra al rosso scuro della terracotta. Da Rosignano il litorale ridiventa sabbioso, ma con l’esclusione delle piccole cittadine sparse qua e là lungo la costa è un paesaggio molto agricolo e scarsamente abitato, assolato e lento. E’ sempre uguale a quello descritto nei ‘semplici’ romanzi di Carlo Cassola, uno degli autori preferiti della mia giovinezza. Sono anche zone piene di ricordi perché qui venivo a fare gli scavi archeologici durante l’estate quando ero studentessa universitaria.
The sea reappears beyond Livorno, no longer at the edge of the flat sandy coast, but below the cliffs of Calafuria and Castiglioncello. Inland, the terrain is gently undulated, and the colours of the clayey soil range from golden yellow ochre to dark red terracotta. After Rosignano the shoreline becomes sandier again, but aside from the little towns spread here and there along the coast the landscape is sun scorched, agricultural, sparsely inhabited, and slow to pass. It’s exactly as described in the ‘simple’ novels of Carlo Cassola, a favourite authors of mine when I was young. It’s also a landscape filled with memories, because it was here that I came to take part in archaeological excavations during the summer, when I was a student at university.

Pausa pranzo durante gli scavi archeologici a Vada: come sono comode le carriole! Lunch break during our archaeological excavations at Vada: these wheelbarrows are really comfortable! Foto di Serena

Passiamo Grosseto, l’ultima ‘metropoli’ Toscana, e la natura cambia ancora. Verso il mare il paesaggio è sempre piatto e l’entroterra appena mosso dalle colline metallifere della provincia di Grosseto, ma la natura è molto diversa. E’ più selvatica, meno coltivata, pur restando ben curata. C’è un’infinità di papaveri di un rosso intenso misti a dei fiori gialli che non riesco a riconoscere guardando dai finestrini del treno, forse sono ranuncoli. Isolate case coloniche spuntano appena fra l’erba alta. Siamo entrati nella Maremma Toscana, zona paludosa e malarica fino agli anni Trenta del secolo scorso. A destra appaiono gli stagni della laguna di Orbetello. E’ un paesaggio magico, che mi chiama: “Vieni qui da noi” mi dicono quegli specchi d’acqua. Sto col naso incollato al finestrino sognando di andare in bicicletta per quei sentieri tranquilli e di osservare gli uccelli palustri che abitano queste lagune.
We pass Grosseto, the last Tuscan ‘metropolis’, and nature changes once again. Towards the sea the scenery becomes flatter, whilst inland it’s lightly ruffled by the ‘metal hills’ of Grosseto province, yet the landscape is very different. It’s wilder, less cultivated, yet still cared for. There’s an infinite amount of intensely red poppies, mixed with some yellow flowers which I can’t identify from the train window, perhaps they’re buttercups. Isolated farmhouses barely sprout up amongst the tall grass. We’re in the Maremma Toscana, a marshy and malaria infested zone up until the 1930’s. To the right, the pools of laguna di Orbetello appear. It’s a magical landscape, and it calls me: “Come to us” those mirrors of water say to me. I have my nose glued to the window and I’m dreaming of taking a bicycle ride along those tranquil trails, and of observing the marsh birds that inhabit these lagoons.

Più avanti sulla sinistra si scorge una collina da una cittadina con alte torri medievali in pietra bianca: è Tarquinia, famosa città etrusca nella Maremma Laziale. Ancora pochi minuti ed entriamo a Civitavecchia, la prima grande città del Lazio. Da qui fino a Roma il paesaggio si fa sempre più urbano e caotico. L’incanto si è rotto, il sogno ad occhi aperti finisce! Mi metto a leggere il mio libro.
Further along to our left I spot a hill surmounted by a small town with tall medieval towers of white stone: this is Tarquinia, the famous Etruscan town in Maremma Laziale. A few minutes later we enter Civitavecchia, the first big town in Lazio. From here until Rome the landscape become increasingly urban and chaotic. The spell is broken, the daydream ends! I engross myself in my book.

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Comments:

  1. Dorsey:

    Era una delizia di leggerlo. Ho imparato molte parole (ammaliata, entroterra, papaveri, scarsamente—per esempio). Grazie.

  2. Carolyn:

    Mi piace molta la tua racconta di viaggio. C’era poetico. Mi sentivo come se avessi fatto il viaggio da solo. Quando ero a Pontremoli l’ultima volta tempo, due amici americani hanno presso il treno a Roma. Chiederò loro del viaggio. Che hanno visto?? Serà interessante confrontare. I diversi occhio e consapevolezza!


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