I always did hate writing my curriculum vitae! The idea of reducing my life down to one A4 page in order to convince someone that I was ‘the right candidate’ seemed so superficial. I’d look at the finished CV and ask myself: “Who is this person?”

Well, the other day, Serena suggested that I write a few articles in English and translate them into Italian, something that we haven’t done for a while (it’s usually the other way round). “Why don’t you describe a picture”, she said. “What kind of picture?” I asked. “Well, you’ve got some nice old family photos … why not start there?” she replied.

Suffolk, England 1963

Here I am in the back garden of the house that we moved to when I was about 2 years old. To my left is my little sister Viv, three years my junior, on the wonderful red tricycle that survived all five of us kids until I finally wrecked it with my boyish antics many years, and several house moves later.
I’m not sure exactly why I have a hoe in my hand, but my father was a keen gardener, so it’s quite probable that I was ‘helping’ him with the gardening.
Eccomi nel giardino sul dietro della casa in cui ci eravamo trasferiti quando avevo circa 2 anni. Alla mia sinistra c’è la mia sorellina Viv, 3 anni più piccola di me, sul meraviglioso triciclo rosso che è sopravvissuto a tutti e cinque noi bambini, finché non l’ho finalmente distrutto con le mie buffonate fanciullesche molti anni e parecchi traslochi più tardi.
Non sono esattamente sicuro perché ho una zappa in mano, ma mio padre era un appassionato giardiniere, perciò è molto probabile che io lo stessi ‘aiutando’ col giardinaggio.

Animal Farm

Just above my left shoulder is the rabbit hutch. We always had animals in my family: cats, dogs, tortoises, ducks, chickens, guinea pigs, hamsters, mice, goats, a horse, and many other stray or abandoned creatures of all shapes and sizes. I clearly remember looking into that hutch one day and noticing a strange phenomenon. I went to find my mother and asked her: “Mummy, do rabbits eat raisins?” “Why?” she enquired, “Because the hutch is full of them!” I replied. Well, that was the day that I discovered that rabbit excrement looks just like raisins.
Appena sopra la mia spalla sinistra c’è la conigliera. In famiglia abbiamo sempre avuto animali: gatti, cani, tartarughe, anatre, galline, cavie, criceti, topi, capre, un cavallo, e molte altre creature randage o abbandonate di tutte le forme e misure. Mi ricordo chiaramente che un giorno ho guardato dentro quella conigliera e ho notato uno strano fenomeno. Sono andato a cercare mia madre e le ho chiesto: “Mamma, i conigli mangiano le uvette?” “Perché?” si è informata lei, “Perché la conigliera ne è piena!” ho risposto. Ebbene, quello è stato il giorno in cui ho scoperto che gli escrementi di conigli somigliano ad uvette.

St. George and the Rat

To the left, behind my sister’s back, is the old barn which, if I remember correctly, served as both a garage for my father’s beautiful Rover and a place to store the gardening equipment.
My most vivid memory of this building is of the terrifyingly enormous rats that lived there, a problem which required regular visits by the mysterious ‘rat-man’ with his poisons and traps.
A sinistra, dietro a mia sorella, c’è il vecchio fienile che, se ricordo bene, serviva sia come garage per la bellissima Rover di mio padre, sia come ripostiglio per l’attrezzatura da giardinaggio.
Il mio ricordo più vivido di questo edificio è quello dei ratti spaventosamente enormi che ci vivevano, un problema che richiedeva la regolare visita del misterioso ‘uomo dei topi’ coi suoi veleni e le sue trappole.

I’m not sure if it really happened or if it was a nightmare, but I have a vivid image of a gigantic black rat tearing out of the barn straight towards me with my father, spade in hand, close on its heels.
Like a mythical scene from George and the Dragon, my father raises the spade up high and smites the rat in two with a single blow.
Non sono sicuro se è realmente successo o se è stato un incubo, ma ho una vivida immagine di un gigantesco ratto nero che fugge dal fienile diretto verso di me con mio padre, vanga in mano, alle sue calcagna.
Come in una scena mitologica da San Giorgio e il Drago, mio padre solleva la vanga su in alto e spacca il ratto in due con un solo colpo.

For years I had a recurring nightmare of being chased by massive rats. In the nightmare I would always be running uphill through thick mud or against a gale force wind. This made my movements sluggish, as if running through glue in slow motion, and yet these elements seemed not to affect the rats, who gained on me slowly but surely, until I awoke in a sweat.
Per anni ho avuto un incubo ricorrente in cui venivo inseguito da enormi ratti. Nell’incubo corro sempre in salita fra fango alto o contro un forte vento di burrasca. Questo rende i miei movimenti lenti, come se corressi fra la colla al rallentatore, e tuttavia questi elementi sembrano non avere alcun effetto sui topi, che lentamente ma infallibilmente guadagnano terreno su di me, finché non mi sveglio tutto sudato.

Amazing isn’t it … so many memories in just one small black and white photo, and I haven’t even really got going! Perhaps now, dear readers, you’ll understand why I’m a hopeless writer of CV’s.

Italian translation by Serena

Alla prossima