In a recent blog I discussed some alternative translations of the verb ‘fare’. See: Il Verbo Fare
In this blog I’m going to look at one of the many idiosyncratic uses of fare. By combining fare with male (bad) we express the concept of ‘to hurt’. Let’s find out how it works with a few examples of its usage:
mi fa male il dito – my finger hurts. Here ‘fa’ (third person singular of fare) refers to il dito (my finger)
mi fanno male le dita – my fingers hurt. In this case ‘fanno’ (third person plural of fare) refers to le dita (my fingers)
ti fa male la gola? – does your throat hurt? (familiar)
ti fanno male i piedi? – do your feet hurt? (familiar)
le fa male la gola? – does your throat hurt? (formal)
le fanno male i piedi? – do your feet hurt? (formal)
gli fa male la testa – his head hurts
le fa male la testa – her head hurts, note that le (to her) and le (to you – formal) are written and pronounced in the same way
–
Farsi Male is the reflexive form of this construction. Here is how it works:
mi sono fatta male al dito – I’ve hurt my finger, note that if you are female you say mi sono fatta male, and if you are male you say mi sono fatto male
mi sono fatta male alle dita – I’ve hurt my fingers
ti sei fatto male alla gamba? – have you hurt your leg? (familiar)
si è fatto male? – did he hurt himself?, or – did you hurt yourself? (formal)
attento che ti fai male – be careful or you’ll hurt yourself
abbiamo fatto un incidente con la macchina … accidenti, vi siete fatti male? – we had an accident in the car … oh no!, did you hurt yourselves?
If there is anything that you don’t find clear please leave a comment and I’ll try to help you. Spero che non vi faccia male la testa!
Comments:
Bill Rohwer:
Grazie mille ancora Serena. La tua spiegazione è (oppure era?) chiarissima. Ho una domanda. Secondo me l’uso di fare in questi modi presuppone che il male è la colpa della persona che soffre il male. `E vero?
Bill Rohwer
Serena:
@Bill Rohwer Salve Bill.
La forma corretta è: “La tua spiegazione è chiarissima”, oppure: “La tua spiegazione è stata chiarissima”. In questo caso l’imperfetto ‘era’ non si usa perché questo è un fatto definitivo.
Per quanto riguarda la seconda parte del commento: “Secondo me l’uso di fare in questi modi presuppone che il male è la colpa della persona che soffre il male. `E vero?” Sono d’accordo con te su “farsi male” (to hurt oneself), ma non sono sicura su “fa male” (it hurts). “Farsi male” implica che la persona ha fatto qualcosa di sbagliato, mentre “fa / fanno male” non implica un’azione o colpa della persona. D’accordo?
Saluti da Serena
David:
Ciao Serena,
Sono dottore (scusi, FACCIO dottore ;))e conosco alcune persone per cui l’italiano e la loro madrelingua. E vero che si usa sentirsi per domandare “how are you feeling?” (Come si sente o come ti senti?) e si usa farsi solo per la risposta (mi fa male..ecc)? Come si dice “I am feeling well” – mi sento bene o mi fa bene o tutti e due?
Grazie,
Davide
Serena:
@David Salve David,
Innanzitutto, si dice ‘sono dottore’ oppure ‘faccio il dottore’. Allora, riguardo alla tua domanda: per chiedere ‘how are you’ si dice ‘come si sente?’, ‘come ti senti?’, come vi sentite?’ ecc. La risposta giusta sarà: ‘mi sento bene’ (I feel/am well), o ‘mi sento male’ (I feel/am unwell). ‘Farsi male’ è usato solo per dire ‘to hurt oneself’. E.g. Domanda: ‘come ti senti?’ risposta: ‘mi sono fatto male alla gamba’ ( I‘ve hurt my leg), mentre ‘fa male’ (it hurts) si usa quando la persona non ha fatto nessuna azione che ha causato il male: “mi fa male il dente” (my tooth is aching)
However, our doctor here in Italy would usually ask ‘come stai?’, or ‘come sta?’ (how are you?), to which we might reply: ‘mi sento un po’ male’ (I feel a bit unwell), or ‘mi sono fatto male alla schiena’ (I’ve hurt my back), or ‘mi fa male la schiena’ (my back is hurting). Obviously there are infinite variations!
‘Mi fa bene’ would not be used in this situation as it literally means ‘it is good for me/does me good)’, e.g. ‘quella medicina che mi ha ordinato mi fa bene’ (that medicine that you prescribed me is doing me good).
Spero di essere stata chiara
Saluti da Serena
Bill Rohwer:
Salve Serena, mi fa molto scomodo, ma devo dire che non siamo ancora d’accordo.
1. imperfetto o pp: sono d’accordo con te che l’atto di spiegazione è “un fatto definitivo e finito; però, l’esistenza della spiegazione non è definitivo. Ad esempio, “The Critique of Pure Reason di Kant” era un’opera molto importante.” No?
2. Fare male: siamo d’accordo per quanto riguardo “farsi male.” Però (ancora), per quanto riguardo “fare male”, spiega mi perchè si dice “mi fa male il dito,” invece, “fa male il mio dito?” Inoltre, cara Serena paziente, quale è più comune, “sto male” oppure “ho mal di testa,” oppure “mi fa male la testa?”
Un saluto, Bill Rohwer
andreas:
Salve Serena
Ti ringrazio del blog molto utile. La mia domanda è: si può usare il congiuntivo dopo ‘attento che’?
Andreas
Serena:
@andreas Salve Andreas,
‘Attento che’ ha due costruzioni, o meglio tre:
1. con l’indicativo: ‘attento che ti fai male’ esprime una certezza del pericolo
2. con ‘non + l’infinito’: ‘attento a non farti male’ esprime un ordine o invito a non fare qualcosa di sbagliato, pericoloso. 1 e 2 sono più o meno equivalenti.
3. con ‘non + il congiuntivo’: ‘attento che non ti faccia male’. In questo caso il ‘non’ è una falsa negazione, e il congiuntivo esprime la possibilità che qualcosa di pericoloso possa succedere.
Sono stata chiara?
Saluti da Serena
Bill Rohwer:
Mi scusi, Serena and any others who looked at my previous post about “fare male.” My ineptitude in Italiano led me to express myself badly. My intended point was that the subject of your example sentences, Serena, is one or more parts of the body, “gli fa male la testa,” in this case, “la testa.” So, the structure of the expression in this case, it seems to me, implies that it is the cited part of the body that is causing hurt to the person. In contrast to this Italiano construction, in American English, the implied source of the hurt is typically outside the person hurting and due to something injurious or a virus or a bacterium that is not a part of the person — to a cause alien to the person afflicted. I admit this isn’t significant, but to me it’s an interesting difference in the languages/cultures.
Serena:
@Bill Rohwer Ciao Bill, non ti preocupare, lo so benissimo quanto è difficile spiegarsi in un’altra lingua, e vedo che, da quello che scrivi in inglese, sei una persona molto colta.
Allora, tanto per essere chiara, scrivo anche’io in inglese. I understand your point about the different perspectives often implicit in English and Italian. The classic case would be ‘I like’, in which it is ‘me’ that does the action of liking, and ‘mi piace’, in which it is the object that pleases me. This very often causes a lot of difficulty for an English speaker when they try to express themselves in Italian and vice versa. It is not just a question of the words di per se, but the implicit concept behind the words, and here we begin to see differences in cultural perspective. I don’t think it’s possible to begin understanding another culture until you can understand the language through which that culture expresses itself.
Caso mai, mi piace tanto che scrivi sempre in italiano, continua così 🙂
A presto, Serena
andreas:
Grazie, Serena!
sei stata chiarissima
andreas:
Salve Serena!
Un’altra domanda: Preché ‘una certezza del pericolo’ e non ‘la certezza del pericolo’?
Andreas